venerdì 10 agosto 2012

Il blog editoriale: veicolare contenuti per la promozione di un libro




Un modo interessante e utile per promuovere un libro è quello di creare delle storie e dei contenuti che prendano spunto dal libro stesso, per poi muoversi lungo altre strade e creare nuove suggestioni.
Perché farlo? Perché il libro ormai non è più o non è soltanto un oggetto da trovare in libreria (per pochissimo tempo tra l'altro, se sommerso da centinaia di novità ogni settimana.
Un libro è anche un punto da cui partire per raccontare storie e contenuti non contenuti nel libro stesso. Ed è per questo che consiglio, con la dovuta pianificazione e il necessario anticipo, di creare un blog su piattaforma blogger, su wordpress o un tumblr per promuovere un libro con:

1) contenuti e teaser di vario tipo (foto, video) a partire da un mese prima dell'uscita in libreria
2) la creazione di una comunità di affezzionati, che possa apprezzare i contenuti del libro
3) una volta in libreria, la rassegna stampa
4) articoli originali, interviste all'autore, contenuti inediti.

Uno degli ultimi esempi messi in atto da Isbn Edizioni è il blog per Olimpiadi, il libro di David Goldblatt e Johnny Acton uscito, appunto, per le Olimpiadi di Londra. 
Un mese prima dell'uscita del libro in libreria è stata inserita la scheda del volume e, con costanti aggiornamenti settimanali, notizie relative alle Olimpiadi. Curiosità, aneddoti e storie tratte dal bel libro dei due autori inglesi, ma anche contenuti originali.
L'aggiornamento sta continuando anche in questi giorni di Olimpiadi, e questo blog dunque risulta a tutti gli effetti un completamento e un elemento adatto a incuriosire i lettori. 

giovedì 22 marzo 2012

Una domanda su Pinterest



Tutti ormai sanno cosa è Pinterest. Il social network più in voga negli ultimi mesi, soprattutto tra gli utenti e le aziende che amano e lavorano molto con le immagini.
Un social network in cui è possibile condividere, come su un'enorme bacheca, immagini prese dal web (lo spiega molto meglio di me Klopodo, leggetelo qui).
L'effetto complessivo è molto bello, d'impatto, e molti utenti e anche aziende hanno fatto la corsa per arrivarci per prime, anche senza una strategia molto precisa.
Per le case editrici che sbarcano su Pinterest, mi chiedo, è il caso di adottare una strategia che veicoli, oltre che le immagini, anche contenuti? Dal momento che ogni foto ha sotto, in evidenza, il link da cui è stata "pinnata", non avrebbe forse maggiore valore la condivisione di una foto che rinvii a una pagina di catalogo o a un articolo particolarmente interessante? Solo per evitare di fermarsi unicamente al contenuto visuale, e arrivare anche a un livello superiore, quello dell'approfondimento.

martedì 20 marzo 2012

Storify per le case editrici





Attualmente trovo Storify uno dei migliori strumenti di conversazione sul web per le case editrici.
Attraverso questo sito è possibile, facilmente, aggregare contenuti da social network e costruirli in modo semplice e chiaro in una conversazione ben definita. E non c'è niente di meglio per una casa editrice che voglia costruire conversazioni e senso intorno ai propri libri e al proprio brand, che un aggregatore di  tweet, post, commenti, foto e video, tutti in un solo strumento.
Tra i due principali usi che una casa editrice può fare di Storify c'è, prima di tutto, il collage di contenuti relativi a un determinato libro, presenti in rete. Una sorta di "rassegna stampa aumentata", che tenga conto di tutto quello che la rete offre sul testo in questione. 
Ancora, una casa editrice può decidere di approfondire un argomento (per fare un esempio il prezzo degli ebook) e decidere, attraverso l'aggregazione di citazioni sul tema, di creare un contenuto nuovo e originale da condividere.
Il sito è davvero intuitivo e semplice da usare; e non c'è niente di meglio di uno Storify su Storify, per spiegare cosa sia Storify. 

domenica 18 marzo 2012

Alcune regole per una casa editrice sui social network




Non si tratta di regole definitive, né delle uniche in proposito. Anzi, sono da implementare giorno dopo giorno, variare a seconda delle case editrici, integrare, ma costituiscono una buona base, secondo me, da cui partire:

1-  Parlare e rispondere a tutti. Tutti meritano una risposta, nei limiti del possibile e delle 24 ore di tempo ogni giorno.
2-  Non essere mai falsi o mentire. Le bugie hanno le gambe corte, soprattutto su web.
3- Non essere aggressivi, ma allo stesso tempo non essere troppo accomodanti o servili con tutti.
4- Ascoltare e interagire con tutti, elogi e critiche fanno sempre crescere. Il lettore è cliente, consigliere, business partner.
5- Comprendere le regole del gioco e dare un’immagine e una comunicazione coerente. E non gestire i social come compartimenti stagni, ma lavorare su tutti e integrarli.

mercoledì 29 febbraio 2012

Twitter e Editoria: perché e come usare le liste


A cosa servono le Liste su Twitter? Come dovrebbero essere usate da una casa editrice?
Le liste su Twitter permettono a ciascun utente di organizzare gli account che segue raggruppandoli in categorie. Si tratta di una funzione utile e comoda per tutti, per tenere in ordine e divisi i "following" a seconda degli interessi e della natura dei tweet.

A cosa possono servire le liste per una casa editrice?
Prima di tutto, a fare ordine tra le persone che si seguono, siano esse altre case editrici, giornalisti, librerie o semplici lettori.
Infatti è consigliabile, partendo da queste distinzioni "di base", separare le varie categorie di utenti per poter meglio gestire il loro flusso di informazioni.

Come si realizzano?
Prima di tutto bisogna ovviamente avere un account Twitter. Una volta entrati all'interno dell'account, dal pannello di controllo dell'account in alto a destra abbiamo la possibilità di entrare in Liste e da lì crearle, editarle e gestirle a nostro piacimento (inserendo nome e una breve descrizione, potete sbizzarrirvi)

La cosa migliore da fare, dal momento in cui si crea una lista, sarebbe quella poi di inserire ogni nuovo utente seguito direttamente in quelle liste, in modo da poterlo ordinare sin da subito all'interno della categoria. Farlo è semplicissimo: per ogni contatto che iniziamo a seguire c'è sempre la possibilità di "aggiungerlo alla lista".

Una volta realizzata la lista si può decidere di tenerla pubblica o renderla privata, e da questo momento in poi avere sempre i tweet divisi e organizzati in base alle categoria di provenienza. Uno strumento molto utile per una casa editrice per sapere rapidamente i tweet di altre case editrici, di fan, di esperti di marketing, di librai e via dicendo. Da provare.

domenica 19 febbraio 2012

Severgnini e la settimana senza internet



Interessante, anche se non proprio nuovissimo, l'esperimento che Beppe Severgnini ha fatto la scorsa settimana, e che questa domenica è in edicola con La Lettura: una settimana senza internet, senza iPad e senza social network
Il risultato è divertente e ben raccontato, anche se forse un po' troppo autoreferenziale. Lo potete leggere sul sito del Corriere, e a me personalmente va di segnalare soprattutto questo passaggio:
Non solo: capisco che la posta elettronica condiziona l’umore, portandoci continue informazioni inattese. Comunicazioni, inviti, proposte, proteste: le nostre giornate — filosofeggio — sembrano partite di ping-pong, occorre ribattere colpi che arrivano da ogni parte (sotto forma di mail). Da cinque giorni facciomeno cose, ma ho la sensazione di farle meglio. Scopro nuove attività, come guardare dal finestrino dell’automobile (invece di approfittare di ogni trasferimento per controllare la posta). 

Interessante osservazione, utile come punto di partenza per capire che il multitasking non sempre è un bene. Possiamo anche fare meno cose, e farle meglio.

martedì 14 febbraio 2012

Goodreads vs Anobii



Al momento il popolare social network dedicato ai libri, Anobii, che vanta un numero molto alto di iscritti in Italia, sta avendo molte difficoltà: sito molto spesso in manutenzione, aggiornamenti delle schede lentissimi, schede spesso ripetute e piene di errori, una grafica poco usabile e non molto intuitiva, hanno fatto sì che un numero sempre maggiore di utenti si sia, negli ultimi mesi, spostato su Goodreads: una soluzione che al momento sembra più affidabile, completa e interessante per tutti gli amanti dei libri e dei social network.
Per un approfondimento sul tema consiglio questo utile post di Luca Conti, per sapere come trasferire la propria libreria da Anobii a Goodreads ecco un altro interessante articolo.

martedì 7 febbraio 2012

Quanto dovrebbe costare un ebook?



La domanda è di per sé fin troppo generica e non ha ovviamente una risposta univoca. Ma serve però a riflettere su un tema sicuramente centrale nello sviluppo e nel futuro dell'ebook, nel nostro paese - che è come sempre in ritardo - ma anche in Europa e nel mondo.

Quanto dovrebbe costare un ebook? Qual è il costo massimo che i lettori sono disposti a spendere, quale il minimo per le case editrici per ricavarci entrate decenti? Un libro appena uscito per una media casa editrice, che in libreria costa, che so, 15 euro, può costare lo stesso prezzo in digitale? E se poi si scaricano illegalmente, come la musica e i film, ormai da anni? 
Tutte domande giuste e utili, su cui addetti ai lavori, editori, ma anche lettori dovranno prima o poi confrontarsi, se non l'hanno già ripetutamente fatto.

Eppure sembra ci siano strade molto diverse da editore a editore, e non saprei ancora dire quale la più vantaggiosa, ce lo dirà il mercato nel giro di un paio d'anni. Ci sono libri e case editrici che optano per prezzi alti, altre che hanno deciso per la metà, ancora offerte molto vantaggiose di alcune case editrici, su classici o longseller a un prezzo irrisorio, come lo 0,99 di Super Santos di Saviano di queste ultime settimane.
Senza dubbio, per un ebook il costo e il rischio per l'editore, è ridotto o quasi nullo (no stampa, promozione, distribuzione), ma restano le spese di distribuzione digitale, di realizzazione dell'ebook stesso (non certo proibitivo) le royalties per gli autori, e abbassando/riducendo il prezzo al 30% di quello cartaceo, si rischia di parlare di entrate davvero minime, per cifre ancora basse come quelle del mercato italiano.
D'altra parte, inutile negarlo, alcuni ebook sono fatti davvero male, con errori di impaginazione, corsivi che saltano, mancanza di stacchi di capitoli, solo per citare alcune dei principali orrori che è possibile trovare in molti degli ebook attualmente in commercio. Quindi, sta anche all'editore offrire un prodotto decente, a un prezzo decente.

Altrimenti è giusto scaricarlo illegalmente? Certo che no, rispondiamo, ma non abbiamo dato per scontato e accettato, nel corso degli ultimi 15 anni, che opere cinematografiche e dischi fossero condivisi e scaricati senza costi per l'utente finale? Anche l'ebook, e non ci sarà nulla per poterlo evitare, dovrà fare i conti con il download illegale. Che incidenza avrà sul mercato, è ancora difficile da dire.

Tornando sul prezzo e sulle varie possibilità da tenere in conto per gli editori, c'è di sicuro quella di poter modificare, aggiustare, calibrare progressivamente i vari prezzi di un ebook, nelle varie fasi della sua vita: si può pensare, ad esempio, di offrire in promozione, ancor prima che il libro sia in libreria, l'ebook a un prezzo scontatissimo, per poi rialzarlo una volta uscito in libreria, cercando di offrire un prodotto in anteprima a un prezzo vantaggioso. Oppure, optare per una soluzione diversa, tenendo prima alto il prezzo, per poi abbassarlo, nel caso in cui si vogliano ottenere più vendite.

Sono tante quindi le strade da percorrere e il futuro è ancora incerto, ma di sicuro, secondo il mio punto di vista:
1) il download illegale di ebook sarà una pratica sempre più presente e di cui si parlerà sempre più spesso in futuro;
2) sarà impossibile da arginare;
3) fin quando il mercato degli ebook sarà così poco sviluppato, gli editori si muoveranno per approssimazioni successive, imitandosi l'un l'altro, spesso prendendo cantonate;
4) molti di quelli che si sono tuffati con entusiasmo nell'universo ebook, si stanno rendendo conto che è  ancora presto per parlare di "rivoluzione";
5) alla fine l'ultima parola sul prezzo dell'ebook la faranno il mercato, e soprattutto i lettori.

domenica 5 febbraio 2012

If Book Then - Le 7 lezioni


Se amate i libri, coi libri ci lavorate e in qualche modo vi interessate di tecnologia, di eBook, di digitale, o siete anche soltanto dei semplici curiosi dell'editoria, avete sentito parlare di If Book Then - The future of publishing, now, un evento che si è tenuto il 2 febbraio a Milano.
Se non ci siete stati e non ne avete sentito parlare, non preoccupatevi: sul blog You can print potete leggere un utile e interessante articolo di Alessandro De Giorgi (@futurodeilibri) sull'argomento. Buona lettura e buon approfondimento!


Relatori: http://www.ifbookthen.com/?cat=20
Slide dell’evento: http://www.slideshare.net/ifbookthen

venerdì 3 febbraio 2012

Cos'è un hashtag e come può servire a una casa editrice



Gli Hashtag sono i simboli del cancelletto # che vengono utilizzati su Twitter per definire temi, lanciare storie, promuovere iniziative o commemorare ricorrenze. 

Si tratta ormai di un meccanismo, di una convenzione sempre più frequente e usata da tutti gli utenti, siano esse persone o aziende. Se dovessi infatti rilanciare su Twitter il contenuto di questo mio post, scriverei sicuramente: "Cosa è un #hashtag e come può servire a una #casaeditrice, aggiungendoci anche i temi #libri, #social e #editoria come macrocategorie per contestualizzarlo.

Sono quindi prima di tutto dei TAG, che vengono usati per classificare e tematizzare i cinguettii sul famoso social network. E, in seconda battuta, sono usati in maniera originale per lanciare particolari discussioni: alcuni dei tag relativi alle case editrici maggiormente utilizzati negli ultimi mesi sono stati quelli dedicati a particolari eventi #librinnovando, #plpl2012, #ibt2012 proprio negli ultimi giorni. Ancora, sono stati lanciati da specifiche case editrici per promuovere libri o commemorare autori (ultima in ordine di tempo la #Szymborska).

Tutti questi temi, compresi gli hashtag, possono essere ricercati su motori di ricerca che, appunto, ci aiutano a orientarci in questo mondo. Oltre a quello interno al social network (che si trova in alto sulla destra e permette di visualizzare un piccolo storico, non sempre precisissimo, di tutti i tweet relativi a un determinato hashtag), segnalo anche http://hashtags.org che permette di fare ricerche molto specifiche e anche visualizzare con dei grafici l'andamento della parola su Twitter, settimana per settimana. Si tratta di uno strumento molto utile sia per i lettori che per gli editori, che possono in questo modo promuovere la propria attività, creare dibattito e stimolare discussioni.

martedì 31 gennaio 2012

Case editrici: come aprire una pagina fan su facebook



Amici editori, come creare una pagina fan sul social network più famoso, Facebook?
Un'operazione di questo tipo può sembrare una procedura semplice e intuitiva, ma bisogna tener conto di molte cose per far sì che una pagina fan sia ben indicizzata e facile da trovare su Facebook.
Ma andiamo per punti.

A cosa serve una PAGINA FAN per una casa editrice?
Prima di tutto una pagina fan è un luogo di condivisione, riflessione e discussione. Avere una pagina fan per la casa editrice significa condividere notizie e aggiornamenti della casa editrice, ma anche e soprattuto rispondere, interagire ed essere disponibile.
Dato che i fan sanno essere gentili e anche esigenti, bisogna sempre essere aperti al dialogo, mai avere posizioni radicali o intransigenti, stimolare il confronto e non dover essere per forza i detentori dell'ultima parola.

Come aprire la pagina?
Per aprire una pagina fan è davvero semplice: basta andare qui e compilare una serie di campi molto intuitivi. Quello che serve è la compilazione di tutti i campi con le giuste parole (non dimenticare le parole più cercate dai vostri fan, quello per cui vi distinguete) e poi descrivete nel modo più dettagliato possibile la mission e la linea editoriale del vostro prodotto.
Non dimenticate una bella foto profilo, meglio ancora il logo ufficiale, e poi siete pronti a partire. Delineate nel modo più dettagliato possibile le caratteristiche della pagina fan, iniziate a postare, a condividere argomenti e contenuti interessanti, programmandovi di settimana in settimana un mini piano editoriale. E non dimenticate di usare il campo per suggerire la pagina a quanti più amici possibile, invitandoli quindi a partecipare e avviando il passapatola. Con costanza e un lavoro quotidiano di fidelizzazione arriveranno ben presto i risultati sperati!